Mosca dopo otto minuti dà la notizia dell’«Aquila»; Corriere della Sera, 21 luglio 1969, pagina 2. Scansione tratta dall’archivio personale di Paolo Attivissimo.
Mosca dopo otto minuti dà la notizia dell’«Aquila»
Ma non sono stati diffusi commenti - Congetture sulla possibile discesa anche della sonda sovietica «Luna 15»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Mosca 20 luglio, notte.
La notizia della discesa sulla Luna di Apollo 11 è stata data stasera dalla Tass con un breve dispaccio dall’America di 5 righe otto minuti dopo l’evento. Esso non ha fornito nessun particolare della storica impresa, limitandosi a precisare che l’uscita di Armstrong e Aldrin dal modulo avverrà nella mattinata di domani.
Né la radio né la televisione hanno interrotto i loro programmi per dar la notizia, sebbene la radio le abbia riservato il primo posto nel suo notiziario serale, una dozzina di minuti dopo l’avvenimento: la televisione invece l’ha relegata in fondo alle sue trasmissioni, dopo varie informazioni di carattere internazionale e dopo l’annuncio della correzione dell’orbita di Luna 15, la sonda automatica lanciata dai sovietici una settimana fa, che da 4 giorni si trova intorno al satellite terrestre.
In precedenza l’andamento del volo dell’Apollo era stato seguito con scarsissimo rilievo dagli organi d’informazione sovietici. I giornali ne parlavano brevemente nelle pagine interne, senza commenti o fotografie. La radio, in un ampio notiziario pomeridiano di 15 minuti, gli aveva dedicato soltanto 23 secondi prima dello sport e delle previsioni meteorologiche. La televisione ha taciuto, come ha sempre fatto dall’inizio del volo, a parte i 5 minuti di immagini filmate del lancio di mercoledì da Capo Kennedy.
A causa dell’ora tarda, manca qualsiasi dichiarazione o commento. Per lo stesso motivo è improbabile che essi vengano pubblicati domani dalla Pravda, l’unico giornale che esce il lunedì. L’opinione pubblica ha praticamente ignorato l’avvenimento e ha proseguito normalmente nelle sue quotidiane occupazioni. Così l’Unione Sovietica ha reagito a un fatto di importanza fondamentale per la storia dell’umanità: ma si può ben immaginare che cosa sarebbe successo se a discendere sulla Luna fossero stati degli astronauti sovietici anziché americani.
Quanto al Luna 15, ci si chiede se anch’esso stia per scendere. Dopo quattro giorni di attesa, di interpretazioni e di congetture sulla sonda automatica sovietica, ha colpito l’odierno annuncio della Tass, secondo cui il Luna 15, alle 17.16 di oggi, ha mutato di nuovo orbita, portandosi a sfiorare il satellite. E infatti ora l’altezza massima dell’orbita è di 110 chilometri e quella minima soltanto di 16; il periodo di rivoluzione è di un’ora e 54’. Originariamente l’orbita era quasi circolare, ma era stata corretta una prima volta ieri sera, acquistando una forma più oblunga.
Qual è il significato della nuova correzione? Il comunicato della Tass naturalmente non lo dice, limitandosi a ripetere che il Luna 15 «continua l’esplorazione scientifica dello spazio lunare».
Il fatto però che la sonda sia discesa a un’altezza così bassa, quasi pari a quella di un normale aereo di linea, fa pensare che i sovietici stiano tentando di avvicinarla progressivamente alla Luna per farvela atterrare. Essi cioè porterebbero sul satellite la intera astronave, anzichè staccarne un modulo come avviene nell’impresa dell’Apollo 11; non si capirebbe altrimenti perché l’altezza sia stata così ridotta. Rimane però sempre da vedere se, dopo l’atterraggio i sovietici cercheranno di far partire la sonda e di riportarla sulla Terra o se invece l’abbandoneranno sulla superficie lunare.
E’ però anche possibile che i sovietici non sbarchino sulla Luna e che continuino a sorvolarla a bassa quota. Non se ne capirebbe bene lo scopo, a meno che non sia quello di seguire da vicino l’impresa di Armstrong e Aldrin.
Pietro Sormani