2014/07/16

1969/07/16: La preghiera e l'augurio del Papa per l'inizio del grande viaggio

Il grande viaggio che gli astronauti di Apollo 11 si apprestano ad effettuare tra poche ore ha dato occasione a Papa Paolo VI di proporre ai numerosi fedeli presenti a Castelgandolfo, nella consueta udienza del mercoledì, una riflessione sulla straordinaria impresa spaziale americana.

"Diletti figli e figlie! Dobbiamo anche noi accompagnare, osservando, pensando, il grande viaggio, che oggi s'inizia, degli astronauti verso la Luna. Ci ricordiamo delle letture degli anni lontani, tra le quali quelle del libro "Dalla Terra alla Luna", di Jules Verne. Ma quello era il regno della fantasia; una fantasia profetica, se volete, ma gratuita, irreale. Oggi siamo invece nel regno della realtà.

Lasciamo, per ora, ogni considerazione circa il prodigioso strumento e circa gli eroici protagonisti della spedizione (che meritano di per sé un'altra meditazione); cerchiamo di guardare la realtà, di cui questo volo transplanetario ci procura il contatto.

E dapprima gli astri, lo spazio e il tempo; cioè, diciamo ora empiricamente, il mondo, l'Universo. Noi moderni siamo così presi da osservazioni e da interessi immediati che siamo soliti a restringere in pratica il nostro orizzonte concettuale entro un raggio minimo e chiuso. Non pretendiamo affatto di avventurarci in una dissertazione sullo spazio, sul cielo, sul cosmo. Diciamo soltanto che l'impresa audacissima, imposta oggi all'attenzione di tutti, ci obbliga a guardare in alto, al di là del campo terrestre, a ricordarci dell'immensa e misteriosa realtà, in cui la nostra minima vita si svolge. Gli antichi guardavano il cielo più di noi, fantasticavano, costruivano miti inconsistenti e teorie fallaci, davano al quadro astronomico una grande importanza effettuale; non conoscevano le leggi fisiche e matematiche della scienza moderna, ma pensavano più di noi all'esistenza dell'Universo.

Una lezione d'astronomia da una mente creatrice, da una potenza segreta e superiore... Cioè: è creato". (....)

(...) Sì, figli carissimi, vengono alle nostre labbra queste abissali parole, mentre contempliamo la grande impresa dei primi astronauti, che metteranno il piede sul silenzioso e pallido satellite della Terra, sfidando inaudite difficoltà, quasi cercando d'onorare l'immensa opera del Creatore; e ripetiamole per loro, per l'umanità, per noi".

Dal quotidiano "Il Messaggero" del 17 luglio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).