2014/07/20

1969/07/20 (22:17 IT): Allunaggio! Il diverbio fra Tito Stagno e Ruggero Orlando

di Paolo Attivissimo, con il contributo di Giuseppe Regalzi. Questo articolo è tratto da questa indagine su Complotti Lunari.

Durante la discesa del Modulo Lunare di Apollo 11 verso la superficie lunare, i due conduttori televisivi italiani Tito Stagno e Ruggero Orlando sono protagonisti di un battibecco in diretta TV sulla RAI: Stagno annuncia l’allunaggio, ma Orlando lo smentisce.

Quelle che seguono sono le parole e le immagini di Stagno, sincronizzate con quelle riprese su pellicola dagli astronauti (e quindi non visibili durante la diretta), nell'ultimo minuto prima dell'annuncio errato del contatto con il suolo lunare. I numeri in grassetto sono il tempo di missione, usato come riferimento per tutti gli eventi.





102:43:52 Aldrin: 1 1/2 down. Ease her down. 270.

Stagno: 70 piedi.

Qui, grosso modo, inizia l'errore di percezione di Tito Stagno che lo porterà al celebre equivoco: capisce "seventy" al posto di "two-seventy" (le misure sono espresse in piedi dagli astronauti), ma non è colpa sua, perché l'audio di Aldrin è troncato (ha il microfono impostato su Vox, che gli tronca la prima sillaba di ogni frase) e il "two" nella diretta non si sente (molti vuoti nell'audio sono stati colmati in seguito nelle trascrizioni grazie al registratore a bordo del modulo lunare). Questo gli fa credere che il modulo lunare (LM) sia a 21 metri d'altezza quando in realtà è ancora a 82 metri dal suolo.


102:43:58 Armstrong: Okay, how's the fuel?

102:44:00 Aldrin: Eight percent.

102:44:07 Aldrin: 250, down at 2 1/2, 19 forward.

Stagno: Sono ormai a 25 metri dal suolo lunare.

In realtà Armstrong e Aldrin sono a 250 piedi (76 metri) d'altezza, stanno scendendo a 2,5 piedi (76 cm) al secondo e hanno una velocità orizzontale di 19 piedi al secondo (circa 21 km/h) rispetto alla superficie lunare.


102:44:13 Aldrin: Altitude (and) velocity lights (on).

Aldrin sta avvisando Armstrong che si sono accese le spie che indicano che il computer non sta ricevendo dati validi dal radar di atterraggio.


Stagno: È questo il momento più delicato...

102:44:16 Aldrin: 3 1/2 down, 220 feet, 15 forward.

Stagno: Continuate la discesa a vostro giudizio, 20 piedi...

Qui il "two-twenty" si sente chiaramente, ma Stagno lo interpreta come "twenty". Per lui il LM è a 6 metri dal suolo, in realtà è ancora undici volte più in alto: sta a 67 metri. Inoltre il suo "Continuate la discesa a vostro giudizio", che sembrerebbe essere una frase detta dal Controllo Missione, non c'è nell'audio delle comunicazioni fra Houston e la Luna.


102:44:23 Aldrin: 11 forward. Coming down nicely. 200 feet, 4 1/2 down.

Stagno: "Vai piano", dicono da Houston.

Anche queste parole di Tito Stagno non corrispondono ad alcuna comunicazione reale dal Controllo Missione situato a Houston e sono, a quanto risulta, un’invenzione di Stagno. Del resto, non è plausibile che durante un momento così teso i controllori della missione disturbino la concentrazione dei due astronauti intromettendosi per dare un generico “Non correre, papà”.

102:44:26 Aldrin: 5 1/2 down.

Stagno: Cinque piedi e mezzo... due metri...

Qui il cronista confonde la velocità di discesa con l’altitudine. Aldrin dice "down" per indicare appunto che si tratta di una velocità di discesa in piedi al secondo, ma Stagno crede che stia dicendo che il modulo lunare sta a un metro e sessanta dal suolo. Se così fosse, le aste situate sotto le zampe del modulo, lunghe 68 pollici (173 cm; dato tratto da Apollo 11, the NASA Mission Reports, pag. 161, fig. 18), avrebbero già dovuto toccare il suolo e i loro sensori avrebbero già dovuto segnalare in cabina il contatto. Ma non è così.

Foto NASA AS11-44-6581: il modulo lunare dell'Apollo 11, fotografato durante la missione, mostra le tre aste di rilevamento del contatto situate sotto le zampe. L'asta manca sulla zampa dotata di scaletta per evitare che dopo l'allunaggio costituisca un ostacolo per la discesa al suolo degli astronauti.

102:44:31 Aldrin: 160 feet, 6 1/2 down. 5 1/2 down, 9 forward.

Stagno: "Piano ancora", dicono da Terra...

Aldrin: You're looking good.

Anche questa frase attribuita al Controllo Missione sembra inventata di sana pianta.

102:44:40 Aldrin: 120 feet.

Stagno: "Go!"

Non è chiaro se questo sia un momento di tifoseria personale di Stagno o se il cronista attribuisca al Controllo Missione anche quest'espressione.

È a questo punto, durante una pausa nelle comunicazioni radio, che Tito Stagno si volta alla propria sinistra, come a controllare un monitor o ricevere un cenno di conferma, ha un attimo di esitazione e poi esclama:

Stagno: "Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!".

In realtà l'ultimo dato altimetrico trasmesso da Buzz Aldrin indica che il LM è ancora a 120 piedi, vale a dire 36 metri, dal suolo della Luna. Mentre parte l'applauso in studio, si ode inoltre la voce di Aldrin che scandisce ancora i dati di discesa e indica un’altezza di 100 piedi (30,5 metri).

102:44:45 Aldrin: 100 feet, 3 1/2 down, 9 forward. Five percent. Quantity light.

Aldrin sta informando il suo compagno Armstrong che si trovano ancora a 30,5 metri, stanno scendendo a poco più di un metro al secondo e viaggiano a circa 10 km/h. Cosa più importante, avvisa che s'è accesa la spia di quantità del carburante: grosso modo l'equivalente della spia della riserva di un'automobile. Entro 94 secondi dalla sua accensione, il comandante del modulo lunare deve decidere se atterrare entro altri 20 secondi oppure annullare l'allunaggio. Tutto questo si perde nell'applauso.

Poi arriva la doccia gelata di Ruggero Orlando, che inizialmente non viene sentita o viene ignorata.

Orlando: No, non ha toccato.

102:44:54 Aldrin: Okay. 75 feet. And it's looking good. Down a half, 6 forward.

Orlando ha ragione: infatti Aldrin segnala che il veicolo è ancora a 22 metri d'altezza e sta ancora scendendo e avanzando.

Stagno: Signori, sono le 22.17 in Italia, sono le 15.17 a Houston, sono le 14.17 a New York. Per la prima volta un veicolo pilotato dall’uomo ha toccato un altro corpo celeste. Questo è frutto dell’intelligenza, del lavoro, della preparazione scientifica; è frutto della fede dell’uomo. A voi Houston.

Durante queste parole, il Controllo Missione, per bocca di Charlie Duke (CAPCOM), avvisa gli astronauti: "Sixty seconds". Significa che Neil Armstrong ha un minuto per trovare un posto dove posare il modulo lunare, ma è in difficoltà perché l'area dove il computer lo sta portando è piena di massi alti 2-3 metri.

Sempre sotto le parole di Stagno si sente Aldrin:

102:45:04 Aldrin: (Velocity) light's on. 60 feet, down 2 1/2. 2 forward. 2 forward. That's good. 40 feet, down 2 1/2. Picking up some dust. 30 feet, 2 1/2 down. (Faint) shadow. 4 forward.

Il radar fa ancora le bizze e si è accesa quindi la spia relativa (velocity light). Aldrin scandisce il ritmo di discesa e nota che il getto del motore sta spostando la polvere al suolo ("picking up some dust") e che si vede l'ombra del LM ("faint shadow"): un dato prezioso, perché gli astronauti atterrano con il sole alle spalle, nell'alba lunare, e quindi vedere la propria ombra fornisce un riscontro chiaro della propria altezza dal suolo in un ambiente nel quale non ci sono strade, case, alberi o oggetti familiari dai quali capire la distanza.


Ruggero Orlando ribadisce l'errore di Tito Stagno:


Orlando: Qui ci pare che manchino ancora dieci metri.

Anche qui Orlando ha ragione. Aldrin infatti ha appena detto "30 feet", ossia 9,15 metri. Mentre Orlando parla, si sente Aldrin che commenta le manovre di Armstrong, che sta spazzando il suolo lunare con il getto del modulo lunare, spostandosi verso destra. Il veicolo è a questo punto a sei metri d'altezza:


Aldrin: 4 forward. Drifting to the right a little. 20 feet, down a half.

Duke: 30 seconds.

Il Controllo Missione ricorda ai due astronauti che hanno trenta secondi di margine di carburante prima di dover decidere se posarsi o interrompere la discesa in emergenza.


Stagno (scuotendo vigorosamente la testa): "No, Ruggero. No, Ruggero.".

Orlando: "Ecco sto aspettando... Pronto?"

Stagno: "Se abbiamo ascoltato bene le comunicazioni fino a adesso..."

Mentre Tito Stagno e Ruggero Orlando battibeccano e la gente in studio inizia a ridere, Buzz Aldrin comunica che si è accesa la spia che indica che le aste collocate sotto le zampe del LM hanno toccato il suolo lunare (le prime parole dell'uomo sulla superficie di un altro corpo celeste sono dunque sue):

102:45:40 Aldrin: Contact light.

Orlando: Sto aspettando... no no...

Una voce fuori campo, in studio, dice "Vai tu". Aldrin, sulla Luna, comunica che il motore è stato spento:

102:45:44 Aldrin: Okay. Engine stop.

Stagno: Da due metri e mezzo non si passa a dieci. "Fermate i motori", hanno detto da Terra.

Tito Stagno crede che la voce di Aldrin che dice “Engine stop” sia quella del Controllo Missione e che il comando di spegnere i motori (o meglio il motore, visto che il LM ha un solo motore di discesa) debba provenire da Terra.

Orlando: Eccolo, eccolo, ha toccato in questo momento. In questo momento ha toccato...

Stavolta anche Orlando sbaglia, sia pure di poco: il modulo lunare ha già toccato da più di dieci secondi. Tito Stagno abbozza un sorriso e lancia un applauso, ma non molla il battibecco con Orlando:

Stagno: "Hanno fermato i motori in questo momento."

In questo, perlomeno, Stagno ha ragione. Mentre i due discutono, Aldrin prosegue e finalmente parla anche Armstrong:

102:45:45 Aldrin: ACA out of detent.

102:45:46 Armstrong: Out of detent. Auto.

L'ACA (Attitude Control Assembly) è una sorta di doppio joystick usato per comandare i razzi di manovra del modulo lunare. “Out of detent” indica semplicemente che non si trova nella posizione neutrale centrata. Seguono altre comunicazioni tecniche degli astronauti, che eseguono le operazioni previste subito dopo l'atterraggio.

102:45:47 Aldrin: Mode Control, both auto. Descent Engine Command Override, off. Engine arm, off. 413 is in.

Dopo che Stagno ha terminato di dire "Hanno fermato i motori in questo momento", si sente la voce del Controllo Missione:

102:45:57 Duke: We copy you down, Eagle.
Poi Stagno copre ancora le parole storiche di Neil Armstrong e l'impaperata, emozionatissima risposta di Charlie Duke:

102:45:58 Armstrong: Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed.

102:46:06 Duke: Roger, Twan... Tranquility. We copy you on the ground. You got a bunch of guys about to turn blue. We're breathing again. Thanks a lot.

Stagno (sopra le parole di Armstrong e Duke): C'è, praticamente, ecco, l'errore è comprensibile, perché era effettivamente atterrato quando io l'ho detto, alle 22.17 precise, ma il motore, così come si fa con un elicottero, è stato spento un pochino più tardi.

Orlando: Eh, guarda... anche...

Stagno (interrompendo): Ripetiamo, l'uomo è atterrato sulla Luna! A te, Orlando, per i commenti da Houston e la reazione da Houston.

Orlando: Sai, quella piccola differenza, quei pochi secondi di differenza nell'allunaggio, probabilmente era per dare il tempo agli astronauti, che avevano toccato il suolo lunare con dei fili che prolungano le gambe, per sentire che tutto era a posto...

Qui sembra che Ruggero Orlando stia cercando di salvare capra e cavoli, ma quello che dice è comunque sbagliato. Quando Tito Stagno ha detto che il modulo lunare aveva toccato, anche i “fili” descritti maldestramente da Orlando (in realtà le aste dei sensori) erano ben lontani dal toccare il suolo.


In sintesi


Tito Stagno esclama il proprio celeberrimo "Ha toccato!" quando il modulo lunare è ancora a oltre 30 metri d'altezza, annunciando erroneamente l'allunaggio con 56 secondi d'anticipo.

Ruggero Orlando non sbaglia nel dire “No, non ha toccato”, ma la giustificazione che abbozza subito dopo è errata: neppure i sensori sporgenti sotto il modulo lunare avevano toccato il suolo al momento dell'annuncio di Stagno.

Il successivo annuncio di allunaggio di Orlando è sostanzialmente corretto: arriva con soli dieci secondi di ritardo rispetto all’atterraggio effettivo.

Va chiarito che a favore di Stagno vanno invocate molte attenuanti: l'audio disturbatissimo degli astronauti, l'assenza di un segnale TV dalla Luna (c'è solo l'audio, come del resto previsto dalla missione), la tensione di una diretta che sapeva sarebbe passata alla storia, le lunghe ore di trasmissione, e non ultima la simpatia dell'uomo. Ma i fatti sono fatti e non si possono cambiare.


50 anni dopo: cosa scatenò l'annuncio di Tito Stagno?


Nel rivedere la registrazione, colpisce il fatto che Tito Stagno annunciò l'allunaggio, con ben 56 secondi d'anticipo, in un momento in cui da parte degli astronauti arrivava soltanto silenzio.

In varie circostanze (per esempio La Storia Siamo Noi e Terra!), Stagno ha affermato di aver sentito in cuffia "reached the land", che secondo lui significa "letteralmente 'ha toccato'".

Ma il cronista fece l'annuncio durante una pausa di silenzio radio, per cui non c’erano parole degli astronauti da fraintendere, e comunque nelle comunicazioni radio dalla Luna non c'è nulla che somigli a "reached the land". Espressione peraltro improbabile, perché di norma un pilota parla di "touchdown" e non usa una frase di sapore marinaresco che letteralmente significa in realtà "abbiamo raggiunto la terraferma".

In un’intervista al Corriere della Sera di febbraio 2019, Stagno ha fornito un’altra spiegazione: “Fu una gag tra me e Ruggero. Dissi “ha toccato”, non “atterrato”. La navicella aveva antenne che servivano per valutare la pendenza: se era superiore ai 14 gradi non si poteva scendere.”

Ma in realtà la ricostruzione video presentata qui sopra chiarisce che anche considerando “ha toccato” come un annuncio del contatto delle “antenne” con il suolo i conti non tornano: in quel momento il Modulo Lunare era infatti ancora a circa 36 metri di quota. Inoltre le “antenne” non avevano la funzione di valutare la pendenza, ma sono passati cinquant’anni ed è comprensibile che qualche dettaglio tecnico si sia un po’ perso.