2014/07/11

1969/07/11: L'inizio del "count-down" su "La Stampa"

La notizia dell'avvio a Cape Kennedy del "conto alla rovescia" per il lancio di Apollo 11, nelle pagine interne de "La Stampa" di venerdì 11 luglio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


I TRE ASTRONAUTI DELL'APOLLO PARTONO MERCOLEDI' PER LA LUNA


Iniziato a Cape Kennedy il "count down"

Una perdita di gas nel razzo "Saturno" è stata prontamente localizzata dai tecnici della Nasa - Le condizioni fisiche e psicologiche dei piloti definite "assolutamente perfette"

(Nostro servizio particolare) Cape Kennedy, 10 luglio. Per un'ora, stasera, si è temuto qui a Cape Kennedy che la partenza dell'"Apollo 11" per il fantastico viaggio di conquista della Luna (fissata alle 15,32 italiane di mercoledì 16 luglio) dovesse subire un rinvio. L'allarme è stato dato dall'improvviso balenio rosso apparso su un quadrante del gigantesco elaboratore elettronico che tiene costantemente sotto osservazione, attraverso una vasta rete di segnalatori e rilevatori radio, i 3000 "punti delicati" del razzo. Il segnale voleva dire che il sistema di pressurizzazione del "Saturno 5" presentava una fuga di gas. Era necessario allora stabilire rapidamente dove e perché questa fuga era potuta avvenire, e ripararla con prontezza. In caso contrario il conto alla rovescia preliminare, che sarebbe dovuto cominciare alle due di questa notte, avrebbe dovuto venir ritardato. Ed anche se questo conteggio alla rovescia prevede un largo margine di sicurezza (di circa due giorni) un ritardo nell'inizio dei controlli avrebbe potuto render inevitabile uno spostamento dell'intero orario di viaggio.
Fortunatamente non si trattava di cosa grave e si è potuto riparare a tempo. L'inconveniente si è verificato nel sistema di pressurizzazione dei serbatoi di elio destinati ad alimentare il primo stadio del "Saturno 5". L'elio è contenuto in serbatoi della forma di gigantesche bottiglie poste accanto ai serbatoi di ossigeno liquido che contengono 1.336.000 litri di ossigeno. Aperti i portelli, i tecnici si sono introdotti all'interno del primo stadio del razzo ed hanno quindi potuto scoprire il guasto che sarà riparato in fretta senza conseguenza di sorta.
I tre astronauti dell'Apollo 11, Neil Armstrong, Edwin Aldrin junior e Michael Collins hanno continuato oggi la loro preparazione e nel pomeriggio si sono introdotti all'interno della cabina di comando dell'ordigno spaziale per controllare per l'ultima volta le manovre di accensione dei motori del terzo stadio del razzo.
Dopo la manovra simulata all'interno della navicella i tre uomini che per primi esploreranno il nostro satellite sono stati sottoposti, ancora una volta, ad un accuratissimo esame medico. Si è trattato dell'ultimo controllo generale sanitario degli astronauti, al di là delle solite visite di routine, prima della partenza. Non è stato diramato, naturalmente, alcun bollettino ufficiale ma un portavoce della "direzione personale tecnico e di volo" dell'ente spaziale ha dichiarato ai giornalisti che le condizioni fisiche e psicologiche di Armstrong, Aldrin e Collins sono "assolutamente perfette". Elettroencefalogrammi, cardiogrammi, pulsazioni, respiro ecc., tutto è stato controllato e ricontrollato. La missione Apollo 11, ha concluso sorridendo il portavoce, almeno per quanto riguarda la salute dei protagonisti, è in ottime mani.
Un funzionario dell'Onu ha dichiarato oggi che il segretario generale delle Nazioni Unite, Thant, "non è stato invitato a dare alcun messaggio agli astronauti di "Apollo 11" perché questi lo depositino sulla superficie lunare".
Il funzionario ha aggiunto che l'Onu non è stato nemmeno invitata a offrire una bandiera destinata ad essere trasportata a bordo del modulo lunare e quindi riportarla a terra come ricordo dell'impresa.
Una decina di giorni fa la Nasa aveva annunciato che gli astronauti Aldrin e Armstrong avrebbero portato con sé, sulla Luna, microfilm di messaggi di numerosi capi di Stati membri dell'Onu e le bandiere dei paesi membri dell'organizzazione internazionale le quale sarebbero state riportate poi sulla Terra come ricordo.
La "Nasa" aveva precisato che si sarebbe trattato di piccole bandiere del formato di una busta, messe in un tubo sigillato per evitare il rischio di contaminazione.   (r.s.)