2014/08/12

1969/08/12: La conclusione della quarantena da "Il Resto del Carlino"


Dalla prima pagina de "Il Resto del Carlino" (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Finito l'isolamento sono tornati a casa

Trionfo per gli eroi della Luna


Comincerà domani con parate a New York e Chicago - Nixon offrirà un grande banchetto in onore del trio lunare a Los Angeles - In tono minore l'uscita dell'equipaggio di "Apollo 11" dall'edificio della semi-quarantena


(Dal nostro corrispondente) Washington, 11 agosto. Uscita in tono minore dell'equipaggio di "Apollo 11" dal Lunar Receiving Laboratory di Houston, dove Neil Armstrong, Michael Collins e Edwin Aldrin hanno terminato ieri sera la semi-quarantena lunare. La taciturna squadra che ha conquistato la Luna è "rientrata sulla Terra", in termini reali, solo ieri sera alle 21,20 ora del Texas, le 4,30 della mattina in Italia.

Dallo "splash down" del 24 luglio nel Pacifico a oggi era rimasta separata, sigillata dal resto del mondo, negli asettici ambienti riservatile per la quarantena nel timore che qualche microbo lunare potesse contagiare il mondo. Il pericolo, come la maggioranza degli scienziati riteneva, si è dimostrato infondato, e il medico degli astronauti, il dott. Berry, dopo aver esaminato un volume di analisi grosso quanto un vocabolario, dopo averlo discusso con il centro nazionale delle malattie contagiose che si trova in Alabama, e dopo aver avuto da questo supremo magistero del bacillo il nihil obstas , ha dato la via libera ai tre reduci dalla Luna, con qualche ora di anticipo sui programmi: le 21,30 di ieri, come si diceva, invece delle 2 antimeridiane di oggi.

E' stata una cerimonia vagamente rassomigliante alla demolizione del muro della porta di San Pietro che viene aperta a ogni nuovo Anno Santo. Nessun muro è stato abbattuto a Houston, ma la rottura dei sigilli a prova d'aria e di microbo che separavano la grande suite nella quale erano chiusi gli astronauti, insieme a un'altra ventina di persone che per ragioni di lavoro o per essere inavvertitamente finite nel "campo di possibile contagio lunare", vi erano state richiuse. Fra queste, un tecnico di sesso femminile, unica donna della suite lunare, la signora Heather Owens, di 22 anni. E' uscita, come tutti gli altri, in silenzio, è salita sulla sua automobile parcheggiata, tanti giorni fa, davanti all'edificio del laboratorio, e se ne andata senza commenti. Appariva vagamente seccata della disavventura.

L'umore era più o meno lo stesso anche per il trio lunare. Pallido, con un paio di nuovi baffi cominciato a far crescere in orbita lunare, Michael Collins è sgattaiolato fuori della porta proibito senza dire neanche "buonasera". Lo ha seguito "Buzz" Aldrin, nella stessa taciturna maniera. Solo Armstrong si è sentito in dovere, forse come comandante e primo uomo a posare il piede su un altro mondo, di fare una dichiarazione.

Ha ringraziato con vaga ironia "i graziosi ospiti" del laboratorio lunare e ha concluso in fretta: "Non posso dire di essere stato entusiasta di passare un paio di settimane là dentro, ma sono lieto di aver avuto la possibilità di condurre a termine la missione".

Il dott. Berry, dopo aver definito l'equipaggio di "Apollo 11" quello "più in salute che abbia mai visto"  ha presagito disastri: gli sterilizzatissimi astronauti sono ormai disabituati ai germi (veri) della Terra e non c'è da farsi illusioni: prenderanno al più presto qualche malattia, magari un raffreddore. Il pericolo, dunque, non era dentro la capsula o nella suite della quarantena o sulla Luna, ma, come al solito, sulla Terra.

Prima di cadere vittime di qualche morbo terrestre, i tre sono filati silenziosamente a casa (vi mancavano dal 14 luglio), ognuno su una macchina diversa.

Prima di far rotta verso l'ansiosa consorte, Collins si è fermato a una banca lungo la strada e allo sportello per gli automobilisti ha incassato un assegno di 300 dollari. Ha fatto una breve visita al suo ufficio, nel centro spaziale, e solo allora è andato a casa. Stamane era in piedi, di buon'ora seguito da un corteo di macchine di fotografi e giornalisti che ha "seminato" in maniera poco sportiva: dicendo alla guardia di un cancello del Centro della Nasa di bloccare tutti per cinque minuti, il tempo di scomparire. "C'è della gente - ha spiegato più tardi - che cerca sempre più pubblicità. C'è invece della gente che ne cerca sempre meno. Io sono fra quest'ultima".

Il ritorno dei tre conquistatori della Luna fra noi è notizia secondaria in America, e i giornali della sera le dedicano titoli a tre, quattro colonne in seconda pagina. "Apollo 11" non appartiene più alle prime pagine.

Da mercoledì, comunque, il paese comincerà le solenni onoranze agli eroi che hanno spezzato la barriera del nuovo mondo senza fine. Armstrong, Collins e Aldrin, a bordo dell'aereo del presidente Nixon, voleranno a New York, Chicago e Los Angeles per trionfali tickertapes nelle tre metropoli americane e per una cena di Stato "formato mammut" offerta a Los Angeles da Nixon alla presenza di oltre 3.500 personalità di tutto il paese. (g.m.)