La didascalia della foto di Armstrong nella prima pagina dice (evidenziazione aggiunta): “Neil Armstrong, di 39 anni, è il comandante della missione Apollo 11. Subito dopo il suo compagno Aldrin, sbarcherà sulla Luna. Armstrong è un civile, ha una preparazione universitaria in ingegneria spaziale e in astrofisica, è stato collaudatore di aerei sperimentali. È già stato nello spazio al comando della Gemini 8, con la quale realizzo il primo “appuntamento” tra due veicoli cosmici”.
Armstrong stesso dice che “ormai è quasi certo che il primo ad uscire sarà Aldrin.”
Inoltre Cromie chiede esplicitamente ad Aldrin “Che cosa prova ad essere stato scelto come il primo uomo che metterà piede sulla Luna?”e ne ottiene una risposta che, con il senno di poi, è particolarmente interessante.
Le scansioni sono tratte dalla collezione personale di Gianluca Atti.
ESCLUSIVO - SIAMO GLI UOMINI DELLA LUNA
Il giornalista americano William Cromie ha intervistato per i nostri lettori i due astronauti che per primi metteranno piede sulla Luna. Neil Armstrong, il comandante di Apollo 11, e Edwin Aldrin, il pilota del LEM, raccontano i particolari della loro lunghissima preparazione fisica e psicologica alla grande avventura.
Armstrong, il comandante: ho piena fiducia nel comportamento del Ragno
A che punto siete con l’Apollo 11? Avete portato a termine tutto il programma di addestramento?
Stiamo mettendo a punto nei dettagli il piano di attuazione del volo e stiamo facendo il massimo sforzo per affrontare tutti i particolari di esso con ciò che è stato fatto per l’Apollo 8, 9 e 10, in modo da trarre la massima utilità possibile da queste esperienze. La riuscita dell’Apollo 9 rappresenta un gran passo avanti verso gli obiettivi che ci prefiggiamo. È molto importante per noi che quel volo sia stato realizzato alla perfezione. Esso ci permette di simulare tutte le possibili condizion nelle quali dovrà attuarsi la nostra missione, condizioni che sono strettamente legate a quelle dell’Apollo 9 e dell’Apollo 10. Ora possiamo prendere le necessarie decisioni e stabilire le modalità e le tecniche da adottare.
Quando le hanno comunicato che sarebbe stato lei comandante dell’Apollo 11?
Non ricordo esattamente, ma credo tre o quattro giorni prima che lo abbia appreso lei. In realtà non mi hanno detto che sarei stato il comandante, ma che mi avrebbero proposto per questo incarico. Alla vigilia dell’annuncio ufficiale ho poi saputo che la proposta era stata approvata.
Che cosa provato? Sorpresa? Gioia?
Ho provato un grande piacere. Comunque sarai stato contento di partecipare a qualsiasi volo.
Le avrebbe fatto più piacere vincere un’automobile oppure essere prescelto come astronauta?
Le ripeto che sono stato molto contento, ma non direi esultante: la mia reazione sarebbe stata la stessa se si fosse trattato di un qualsiasi altro volo. Il nostro sarà indubbiamente il volo più interessante. Anche gli altri, beninteso, sono stati importanti, ma Apollo 11 lo sarà in modo particolare. D'altra parte, dipendeva dalla riuscita dell’Apollo 9 e dipenderà ancora più da quella di Apollo 10 se esso dovrà o meno diventare un altro dei voli orbitali. Comunque andranno le cose, io sarò, e debbo esserlo, ugualmente contento e svolgerò la mia missione con lo stesso impegno con cui ho accettato la responsabilità di comandare l’Apollo 11. Tutti noi ci auguriamo che questo volo ci porti sulla Luna, ma se non sarà così mi farà piacere sempre piacere avervi partecipato.
Se tutto andrà secondo il previsto, lei entrerà nella storia e il suo nome diventerà famoso. Pensando a questo fatto, che cosa prova?
Molto gente me lo ha chiesto. Ma io ritengo, e spero che lei e il pubblico ve ne rendiate conto, che quest’impresa sia e debba essere considerata un'impresa di gruppo. Non ha importanza a chi toccherà di scendere per primo sulla Luna: è il caso che vuole così. Poteva accadermi di essere designato per l’Apollo 10 o per l’Apollo 8, e sarebbe stato lo stesso. Insomma, è un po' come giocare a carte. Comunque, ripeto, la discesa sulla Luna sarà merito di un intero gruppo e mi auguro che tutti la pensano come me, perché è giusto e onesto che sia così.
Ma io volevo sapere che effetto le fa partecipare a un impresa di così grande portata storica.
Ci penso, e anche da parecchi anni. Ma ora non è affatto il momento di inorgoglirsi. Bisogna pensare a fare tutto ciò che deve essere fatto e a farlo bene: ed è a questo scopo di oggi lavoriamo con tutte le nostre forze.
Si sveglia mai la notte assillato dal timore che questo volo, supponiamo, non riesco a in pieno? E che cosa prova?
Io penso solo che dovrà riuscire. Perché lei continua a dire: supponiamo che riesca?
Intendevo dire due punti che riesco a la discesa sulla luna. Quali emozioni prova pensando a questa eventualità?
Sinceramente, non posso dire di non provare emozione, perché sarebbe sciocco. Piuttosto, penso a tutto ciò che dovremo fare sul momento, ai problemi che si presenteranno quando scenderemo sulla Luna, anziché all'aspetto emotivo dell'impresa. Con questo non voglio negare che tale aspetto esista: anzi, esisterà da oggi sino alla partenza per il volo, e persino durante il volo. Sta di fatto che ogni volta che ho compiuto un volo su un nuovo aereo, anche se esso non si presentava diverso da quelli che avevo fatto in precedenza, subito dopo il decollo mi sono detto: “Perbacco, sto volando”. Credo che con l’Apollo 11 sarà lo stesso e che dirò: “Perbacco, sono effettivamente in volo verso la Luna”.
E' stato a Capo Kennedy e a visto i lavori di preparazione?
Sì. Ho visto qualcosa e mi sembra che tutto proceda ottimamente. Abbiamo fatto dei tests con due Moduli spaziali, voglio dire con due riproduzioni dei Moduli. Ne sono molto soddisfatto.
Che cosa pensa sua moglie Jan della sua partecipazione al volo?
E' molto contenta, soprattutto perché sa che io ci tenevo.
Andrà a Capo Kennedy per assistere al lancio?
Non lo so, non ne abbiamo parlato. Ma se dovesse chiedere il mio parere, le direi di no.
Quale pensa che sia la fase più difficile dell'allunaggio, cioè degli ultimi due o trecento metri della manovra di discesa sulla Luna?
Non c'è dubbio che l'allunaggio presenti molte incognite, perché in quella fase del volo non è da escludere che, per ragioni impreviste, la nostra riserva di propellente sia molto ridotta. Secondo me l'istante critico sarà quello del passaggio dal controllo automatico a quello manuale, quando si vedrà che il Modulo risponde effettivamente ai comandi diretti. Solo allora riusciremo a sapere se, con il propellente disponibile in quel momento, la manovra di discesa sulla superfice lunare non presenterà pericoli. Se il Modulo risponderà ai comandi, non sorgerà alcun problema.
Quante ore ha avuto sinora per addestrarsi e quante ne potrà ancora avere nelle prossime settimane?
Ho fatto una ventina di "voli" con il simulatore e spero di farne qualche altro.
Supponendo che l'allunaggio riesca, chi uscirà per primo dal Modulo, lei o Aldrin?
Questo sarà deciso in base ai tests che stiamo facendo e ai criteri di utilizzo del tempo a disposizione: ma ormai è quasi certo che il primo ad uscire sarà Aldrin.
Quando verrà presa la decisione?
Spero che tutti i particolari del volo vengono decisi nel prossimo mese.
Prima di partire farete un'esercitazione simulata?
Certamente.
Perciò si può ritenere che la decisione definitiva verrà presa al termine di quell'esercitazione, non è vero?
Si deciderà dopo le esercitazioni che stiamo facendo circa le attività da svolgere sulla superfice lunare. Ma per ora non posso anticipare nulla.
Il compito di uscire dal Modulo sarà affidato ad uno di voi due: è possibile che tale scelta venga modificata all'ultimo momento?
Per quanto mi risulta, no.
Prima che le fosse affidato il comando dell'Apollo 11 sapeva chi sarebbero stati gli altri due membri dell'equipaggio, oppure siete stati scelti tutti e tre contemporaneamente?
No, sono stato scelto io per primo.
Ha telefonato immediatamente la notizia a sua moglie?
No, ho preferito comunicagliela la sera, rientrando a casa.
Pensa mai agli infiniti pericoli che dovrete affrontare durante il volo?
Non c'è dubbio che pericoli ce ne sono, ma sta a noi prevederli e tentare di prevenirli. E a questo che dedichiamo tutto il nostro tempo. Sarei sciocco se dicessi che non pensiamo ai rischi cui andremo incontro, e ci addestriamo appunto per rendere il nostro volo meno pericoloso, più utile e più efficiente che sia possibile. Ma questo, mi creda, non per puro spirito di conservazione individuale.
Come comandante dell'Apollo 11, che cosa le hanno insegnato Apollo 8 e Apollo 9 ?
La cosa che ci preoccupava di più erano le comunicazioni a così enorme distanza. La massima efficienza di tutto il sistema di comunicazioni è assolutamente indispensabile per la navigazione spaziale.
E adesso, a questo riguardo, non avete più dubbi ?
Sì, siamo completamente soddisfatti. Come lei avrà certamente notato, le comunicazioni sono state migliori del previsto o, quanto meno, migliori di quello che io personalmente potessi prevedere. La seconda cosa che ci preoccupava era l'efficienza della strumentazione di bordo. Molti ritenevano che i rilevamenti col sestante e i calcoli con la calcolatrice elettronica di bordo non potessero essere esatti. Invece tutto ha funzionato a meraviglia. Questo successo ci dà fiducia non solo per i problemi che si riferiscono alla navigazione, ma anche per tutte le altre prestazioni che potremo richiedere ai nostri strumenti. L'Apollo 9 ci ha dimostrato il perfetto funzionamento del Modulo lunare, ed ora siamo sicuri che il LEM, il "Ragno" non può farci brutti scherzi. Ormai abbiamo fatto tutte le prove e non dovrebbero saltar fuori sorprese. Però bisogna sempre tener conto di un fatto: non basta che gli specialisti facciano le prove a terra e ci dicano che in orbita tutto funzionerà: manovrare nello spazio è una cosa ben diversa, soprattutto per l'orientamento. Chi può assicurarci, per esempio, che riusciremo a distinguere le stelle, a stabilire a quale distanza ci troviamo da esse, a vedere l'orizzonte e tutto il resto ? Soltanto su ciò che è stato fatto nei voli precedenti possiamo avere una certezza assoluta.
Ne deduco che le cose che la preoccupano di più sono quelle che lei dovrà sperimentare per la prima volta.
Ovviamente: tutto ciò che non è stato mai fatto prima ci deve sempre preoccupare. Per questo la messa a punto del programma Apollo ha richiesto tanto tempo e le prove sono state fatte un poco alla volta. Ora ci restano poche cose da fare, ma su di esse dobbiamo cercare di sapere tutto, prevedendo tutte le possibilità e tutte le incognite. Soltanto quando avremo dimostrato che una certa cosa, in determinate condizioni, funziona in un certo modo, non avremo più motivo di preoccuparci.
Secondo lei, che cos'è più pericoloso: posarsi sulla Luna oppure ripartire?
Posarsi, perché la manovra è più complessa. Ma se ci accorgeremo che qualche cosa non va, potremo sempre rimediare mettendo in funzione i motori ascensionali. Per ripartire dalla Luna, la manovra in sé è abbastanza semplice. Soltanto se il motore di risalita si fermasse sarebbe un guaio molto grosso.
Esistono particolari problemi di navigazione? Voi dovrete riagganciarvi al Modulo di comando: come farete a calcolare esattamente il momento della partenza dalla Luna?
Ci sono ancora due o tre cose da provare e di cui sappiamo poco. Sappiamo che nel buio possiamo allineare la piattaforma del Modulo orientandoci con le stelle, ma non sappiamo bene come potremo farlo di giorno. Dopo l'allunaggio, l'allineamento diurno della piattaforma costituirà un grosso problema perché non vedremo le stelle. Perciò dovremo adoperare altri strumenti. Qui a terra potremo fare tutte le prove possibili e immaginabili, ma non saremo mai sicuri. Poi resterà da decidere la modalità d'allineamento della piattaforma. Abbiamo diverse alternative: sceglieremo la più conveniente quando ci troveremo sulla superfice lunare. Ma questo non lo considero un problema, perché saremo certamente in grado di scegliere la soluzione migliore.
Aldrin, il pilota del Modulo: Tornerò da lassù con 25 chili di roccia
Come si svolge il vostro addestramento per la prima presa di contatto con la superfice della Luna?
Abbiamo già avuto parecchie sedute preliminari per familiarizzarci col materiale, ma ci sono ancora alcuni problemi da risolvere. Io penso che le attività extra-veicolari, quelle che noi chiamiamo EVA, esigono uno sforzo del tutto particolare. Ogni problema che dovremo affrontare quando metteremo piede sulla Luna può essere risolto in vari modi: quale scegliere? Per esempio, come fare per sbarcare dal Modulo l'equipaggiamento lunare e le apparecchiature fotografiche? Dovremo caricarci il materiale sulle spalle oppure farlo cadere dall'alto della scaletta? In linea generale, noi preferiremmo scendere dal Modulo portando addosso soltanto lo stretto indispensabile.
Esiste una differenza notevole tra la gravità ridotta esistente sulla Luna - quella che in termini scientifici si esprime con 1/6 G, e l'assenza totale di gravità - o zero G - che si registra all'interno della capsula spaziale?
Direi che si tratta di una differenza enorme. Secondo me, la situazione di 1/6 G si avvicina di più alla gravità terrestre che alla mancanza di gravità. A zero G, i corpi "galleggiano", bisogna muoversi molto lentamente e, una volta che ci si è messi in moto, bisogna fare sforzi inauditi per fermarsi. A 1/6 G, invece, ci si può muovere abbastanza rapidamente e non c'è più quella terribile forza d'inerzia da vincere.
Dopo che vi sarete posati sulla Luna, quale sarà, secondo lei, il problema più difficile?
Penso che sarà quello di fare una straordinaria economia di movimenti, e cercare di ottenere il massimo risultato evitando il più piccolo ostacolo.
Come, per esempio, evitare le cadute?
No, voglio dire gli ostacoli meccanici, i piccoli difetti all'equipaggiamento. Ogni volta che si mettono insieme meccanismi nuovi si va sempre incontro a sorprese. Perciò bisogna prevedere tutto e stare molto attenti, altrimenti anche la cosa più semplice rischia di diventare estremamente difficile. In questa fase del nostro addestramento stiamo cercando di semplificare tutto al massimo.
Cosa farete quando vi troverete ai piedi della scaletta del Modulo lunare?
Credo che ci allontaneremo una trentina di metri, quel tanto che sarà necessario per raccogliere campioni del suolo lunare.
Sapete già in che modo eseguire il vostro lavoro sulla Luna?
Sì. Io scenderò per la scaletta e, per prima cosa, verificherò quali reazioni impreviste provocano i miei movimenti. Poi prepareremo il sacchetto dentro il quale metteremo i campioni raccolti con lo speciale strumento sistemato in una tasca della tuta spaziale. Ha presente quei cagnolini-giocattolo che si tirano con una cordicella e che, muovendosi, alzano la testa? Ebbene, la nostra "paletta" lunare è una cosa del genere: si tira una cordicella, ed esce fuori un manico a vari segmenti, che si dispiegano verso il basso. Poi, raccolti i campioni, si ripiega tutto e lo si mette in tasca.
E' difficile maneggiare la "paletta" con i guanti?
Stiamo allenandoci anche a questo.
E la tuta lunare, vi lascia qualche libertà di movimento, oppure è molto rigida?
Basta abituarsi, e poi, non è così rigida come si potrebbe pensare. Certo, la prima volta che la si indossa e si cerca di muoversi si prova una sensazione orribile. Ma poco alla volta si impara a fare i movimenti giusti.
Quanto pesa il vostro equipaggiamento per l'uscita sulla Luna?
Credo che lo zaino che porteremo sulle spalle pesi 24 chili, e la tuta dai 14 ai 18, naturalmente qui sulla Terra.
Cosa farete dopo aver raccolto i campioni?
Dovremo fare alcuni esercizi per valutare le nostre capacità di movimento. E' estremamente importante che, tornando sulla Terra, noi possiamo spiegare come un uomo si muove sulla superfice lunare: Inoltre credo che dovremo riferire sulla visibilità delle zone scoperte e delle zone in ombra. E poi vogliamo sapere se salteremo come canguri a causa di quella situazione di gravità ridotta. Le nostre osservazioni serviranno per migliorare l'addestramento dei colleghi che, dopo di noi, sbarcheranno lassù.
E la televisione? Quando comincerete a prendere le prime immagini del vostro arrivo sulla Luna?
Per prima cosa azioneremo una leva che si trova ai piedi della scaletta e che aprirà il MESA, uno speciale compartimento contenente attrezzi e alcune scatole. In quel momento, una telecamera dovrà essere puntata verso la scaletta e se il secondo membro dell’equipaggio sarà in campo, potremo avere una sua immagine. Poi sposteremo un po’ più avanti la telecamera e cominceremo a raccogliere i campioni più importanti. Quindi studieremo il vento solare avvalendoci del misuratore contenuto nel MESA. Chi sarà uscito per primo dal Modulo monterà l’antenna girevole, e successivamente il secondo astronauta, manovrando un interruttore all’interno del LEM, la orienterà verso la Terra. Terminata questa operazione, anche il secondo astronauta potrà scendere sulla Luna e andare a fare un giretto col compagno per scattare qualche fotografia.
Quanto tempo durerà questa passeggiata?
Da due ore e mezzo a tre ore. Occorreranno da 20 a 40 minuti prima che il secondo astronauta scenda dal Modulo. Poi i due uomini faranno un giro attorno al LEM, fotograferanno la sezione d’allunaggio e l’aspetto del suolo sotto il veicolo, verificheranno le condizioni degli aspiratori di propellente ed eventuali inconvenienti. Insomma, si tratta di fare un’ispezione e di prendere qualche foto. Nello stesso tempo, però, i due uomini cominceranno a sapere un po’ meglio cosa possono fare sulla superficie lunare. Poi passeranno dall’altra parte del Modulo e metteranno in opera vari strumenti scientifici, tra cui il sismografo (misuratore delle onde sismiche) e il riflettore laser (che serve per calcolare con precisione assoluta la posizione Terra-Luna in qualsiasi momento). Mentre uno dei due astronauti si occuperà di questi strumenti, l’altro finirà di raccogliere i campioni. Ma quest’ultima parte del programma non è stata ancora definita.
Durante tutte queste operazioni potrete rimanere in comunicazione tra voi?
Certamente, grazie ad alcuni dispositivi installati nelle nostre tute spaziali. Attraverso il LEM saremo anche in comunicazione con la Terra e, quando il Modulo di comando volerà sopra di noi, potremo anche parlare con Mike Collins rimasto in orbita. Dopo una prima raccolta di campioni alla rinfusa, ne faremo una seconda, separando il materiale in vari sacchetti, e fotograferemo campione per campione nella posizione in cui l’avremo trovato. Comunque, per non superare il limite stabilito, dovremo pesare tutto.
Qual è il peso massimo che potrete portare sul Modulo?
Credo 25 chili.
Queste attività extra-veicolari vi porteranno via due-tre ore, poi risalirete sul LEM e ripartirete subito. Ma non si pensava di farvi dormire sei ore e poi farvi uscire di nuovo?
Ci sono due possibilità. O porteremo a termine la nostra missione extra-veicolare e poi andremo a dormire, oppure usciremo dal Modulo dopo avere dormito. Quel che è certo, comunque, è che non ci saranno due uscite. Appena rientrati nel LEM, cominceremo la depressurizzazione. Dovremo anche sbarazzarci di tutti gli strumenti che non ci saranno più necessari, per far posto ai 25 chili di materiale lunare.
Così, le vostre attività extra-veicolari dureranno tre ore, o al massimo quattro?
Esattamente.
E quanto durerà in tutto la vostra sosta sulla Luna?
Circa venti ore.
Non avrete bisogno di ricaricare il respiratore autonomo?
No, terremo soltanto il sistema di depurazione dell’ossigeno, l’OPS, per ogni evenienza, se dovremo passare dal LEM al Modulo di comando dall’esterno nel caso non ci riesca di farlo attraverso il tunnel.
Per quanto tempo vi potrà servire il depuratore d’ossigeno?
Trenta minuti.
E come lo porterete? Sulle spalle, come uno zaino?
Normalmente va portato sopra il respiratore autonomo. Ma, se questo manca, il sistema di depurazione viene allacciato davanti, sul petto.
Indosserete l’equipaggiamento completo soltanto quando dovrete scendere sulla Luna, non è vero?
Precisamente. Al momento dell’allunaggio avremo già indossato le tute, il casco e i guanti, ma non il visore speciale dell’elmetto per stare nello spazio. Quest’ultimo ce lo metteremo soltanto poco prima di scendere dal Modulo.
Ma come farete a indossare l’equipaggiamento sul LEM? Non mi sembra che ci sia molto spazio.
Certamente, sarà piuttosto difficile. Il LEM è maledettamente pieno di roba e ci si muove a stento.
Ciò vuol dire che state allenandovi anche a questo?
Sì, la ristrettezza dello spazio esige che ci esercitiamo ai minimi movimenti.
Che cosa prova ad essere stato scelto come il primo uomo che metterà piede sulla Luna?
Penso soltanto che questa magnifica occasione mi è stata offerta per ragioni che non sono in grado di valutare.
Ma, sempre pensando che tutto vada bene - e glielo auguriamo di cuore -, che cosa prova?
Cerco di immaginare come sarà la mia vita “dopo”. Certamente cambierà e, del resto, è già molto diversa da quella che era due mesi fa.
Diversa in che senso?
Ebbene, ricevo molte più lettere di una volta.
Risponde a tutte?
Quelli che mi chiedono troppe cose dovranno aspettare un po’. Ma a chi si accontenta di un autografo o di una piccola foto rispondo subito.
Che cosa pensa sua moglie della fantastica impresa alla quale lei prenderà parte?
Io credo che mia moglie vi si sia preparata fin dal giorno in cui tutti noi siamo stati selezionati per il programma Apollo.
Ma adesso che sa che suo marito sarà il primo uomo a scendere sulla Luna, la cosa è diversa, non le pare?
Credo che mia moglie non si aspettasse che questa fortuna sarebbe toccata proprio a me.
Lei prevedeva di essere prescelto per il viaggio sulla Luna? E quando l’ha saputo, che cosa ha pensato?
Ho pensato che avevano scelto bene.
Prima che venisse dato l’annuncio ufficiale, aveva previsto qualcosa?
Ognuno cerca di prevedere quello che può succedere, specialmente quando si partecipa a un’impresa come il programma Apollo. Ma fino all’anno scorso non me l’aspettavo affatto. Le cose, per me, sono cambiate quando Apollo 8 è riuscito a volare così perfettamente attorno alla Luna.
E come ha appreso la notizia che la scelta era caduta su di lei?
L’ho appresa con un certo senso di sollievo: finalmente la tanto attesa decisione era arrivata.
William J. Cromie