L’11 settembre 1969 viene realizzata la registrazione del 45 giri “Sbarco sulla Luna!”: il narratore, Mario Leone, racconta con grande enfasi e qualche licenza narrativa le fasi salienti dell’impresa di Apollo 11, includendo spezzoni delle conversazioni degli astronauti e dei controllori del volo e del messaggio agli astronauti letto dall’allora presidente della Repubblica italiano, Giuseppe Saragat. Il direttore di produzione è Sergio Balloni.
Questa è la trascrizione del testo:
Questa che ascoltate è la voce di John Smith, portavoce della Nasa a Capo Kennedy mentre scandisce i secondi del countdown per l'Apollo 11, missione Luna.
È il 16 luglio 1969 e sono le 15 e 32 ora italiana.
Sono partiti! Sono partiti! Armstrong, Aldrin e Collins hanno iniziata la loro avventura.
Tutto va bene! La separazione è avvenuta regolarmente, confermano da terra.
Da 241 mila chilometri dalla terra, la voce di Collins. “Qui è un po’ buio” dice sempre Collins “ma basta usare questa lampada. La mettiamo lì e il gioco è fatto”.
L'Apollo 11 è ormai a 300mila chilometri dalla terra e viaggia ad una velocità di 4.000 km l’ora. Non si sono rese necessarie correzioni di rotta. Tra circa due ore Armstrong e Aldrin passeranno sul LEM per il controllo di tutti gli strumenti di bordo.
A Houston, intanto, Clifford Charlesworth, uno dei direttori del volo Apollo 11, ad una precisa domanda così risponde: “Lo sbarco anticipato sulla Luna sarà possibile solo se gli astronauti non avranno bisogno delle quattro ore di riposo previste dal programma. In ogni modo, ogni decisione sarà presa a suo tempo domenica”.
Aldrin mostra la telecamera di cui si servirà per le riprese sulla Luna e mostra gli indumenti spaziali che verranno indossati dagli astronauti.
Ora sospendono la trasmissione. Ci si avvicina al momento magico, estremamente delicato, estremamente drammatico: il modulo lunare, il LEM battezzato Aquila, Eagle, è ora a soli 10 chilometri dalla luna.
Dal vivo, momento per momento: “Potete continuare la discesa” dice Houston “tutto va bene. Siamo a nove chilometri dal suolo lunare... otto chilometri... sei chilometri... quattro... due e 700 metri...” “vai giù che è una meraviglia” dice Houston “1200 metri... 600 metri... 400... Venticinque! Dodici! Due! Andate adagio!”... Go! Ha toccato! Ha toccato per la prima volta nella storia dei secoli e dell'umanità, l'uomo è giunto su di un altro pianeta. Sono le 22,17 primi 59 secondi ora italiana ed è il 20 luglio 1969.
Il presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat ha inviato il seguente messaggio agli astronauti: “Il modulo lunare Aquila si è posato sul suolo del nostro satellite e tra poche ore Armstrong e Aldrin muoveranno i primi passi sulla Luna. Un grande silenzio scende sulla terra, fatto di trepidazione per i rischi che ancora attendono gli astronauti e di indicibile emozione per la realizzazione di un evento quasi sovrumano: la conquista della luna da parte dell'uomo. Su tutti i sentimenti che ci commuovono domina la gratitudine verso il popolo americano, formato dagli innumerevoli immigrati provenienti da tutti i paesi che ha dato all'umanità una così grande vittoria e che ha democraticamente accettato, per la vittoria o per la sconfitta, la testimonianza del mondo intero. È la gratitudine verso coloro che questa vittoria, nel corso dei tempi, hanno reso possibile. Ricordo tra questi sommi Galileo Galilei, che sgombrò per primo le vie del firmamento. Possa questa vittoria essere di auspicio per una vittoria ancora più grande: la conquista definitiva della pace, della giustizia, della libertà per tutti i popoli della terra.”
Alle 22, 17 primi 51 secondi l’Eagle s’è posato sulla Luna.
21 luglio, 4:40 primi 10 secondi: Armstrong sulla piattaforma si predispone alla discesa. La Terra dà il via. Armstrong discende. Sono le 4:57: il primo piede umano è sulla Luna!
Questa è la voce di Armstrong che calca il suolo lunare. Il mio piede si è affondato di 2 o 3 pollici nel terreno. Non posso vedere le mie orme e non ho difficoltà a muovermi. Il motore ha lasciato delle tracce sul suolo lunare, il motore di discesa del LEM. Houston invita Armstrong a preparare la telecamera per le riprese. Armstrong va verso il piede del LEM. I rumori che sentirete sono del portello di apertura e di chiusura. Ecco, questi sono i rumori di apertura e chiusura del portello.
Ora è la volta di Aldrin a scendere dall’Eagle. È già sulla piattaforma. È sulla scala... ecco, Aldrin è a terra. Ora Armstrong e Aldrin piantano la bandiera degli Stati Uniti e leggono quanto scritto sulla targa che verrà applicata al LEM. “Qui gli uomini del pianeta Terra hanno posto piede sulla Luna nel luglio 1969, anno del Signore. Siamo venuti con spirito di pace per tutta l'umanità.”
Il presidente degli Stati Uniti Nixon ha voluto, di persona e con la sua viva voce, recare il saluto augurale agli astronauti. Tra l'altro ha detto: “La stessa genialità tecnica che ha portato gli uomini sulla Luna vi riporterà sulla Terra.”
21 luglio 1969, Baia della Tranquillità. Sono le 18 e 47 ora italiana. Armstrong ed Aldrin, dopo aver condotto a termine delicatissime operazioni scientifiche, stanno concedendosi un lungo e davvero meritato riposo. A quell'ora la sonda sovietica Luna 15, dopo aver compiuto 52 orbite lunari, alluna a circa 800 chilometri dall'Aquila americana e l'Aquila, un'ora circa dopo, accende il suo motore propulsore e raggiunge felicemente Columbia, presente con Collins all'appuntamento. Si respira nuovamente aria domestica. Aldrin e Armstrong passano dal LEM all’Apollo e mostrano allo stupito Collins le tasche piene solo di Luna.