2014/07/03

1969/07/03: TOP SECRET - Il missile lunare sovietico N1 esplode al decollo



Il 3 luglio 1969, pochi giorni prima dello sbarco americano sulla Luna, l’Unione Sovietica effettua il secondo lancio di prova del suo vettore gigante N1, grande quanto il Saturn V americano, ma l’enorme missile russo ricade pochi istanti dopo essersi librato dalla rampa.

L’esplosione delle sue 2600 tonnellate di propellente è la più violenta della storia della missilistica.




Anche questo fallimento, come il precedente avvenuto a febbraio, viene tenuto segreto; in Occidente giungono solo voci non confermate di questo grave incidente.

L’N1, concepito da Sergei Korolev, si sta rivelando un pantano di rivalità fra progettisti (esiste infatti anche un altro progetto lunare segreto sovietico, quello del vettore UR-700, capeggiato da Vladimir Chelomei). È finanziato inadeguatamente ed è tecnicamente inaffidabile: i trenta motori del suo primo stadio sono un incubo da coordinare con i sistemi di controllo dell’epoca. È osteggiato dai militari russi perché è un costoso strumento di propaganda privo di applicazioni belliche, diversamente dai missili spaziali precedenti, che sono di derivazione militare.

A maggio l’Unione Sovietica ha dichiarato ufficialmente che non ha alcuna intenzione di mandare cosmonauti sulla Luna perché, a differenza degli americani, non vuole rischiare vite umane nell’impresa e quindi userà solo veicoli robotici per quest’esplorazione. Ma è una bugia.

Di questi piani segreti sovietici non si saprà praticamente nulla pubblicamente per oltre vent’anni, ma il governo statunitense ne è al corrente in dettaglio: i suoi satelliti spia hanno fotografato l’N1 e le sue grandi basi di lancio a Baikonur e hanno immortalato anche la loro devastazione dopo questo secondo lancio fallito del vettore gigante sovietico.



Il governo americano, insomma, sa bene che l’Unione Sovietica è fuori dalla corsa, ma non lo annuncia al mondo per non rivelare le capacità osservative dei propri satelliti e per non smorzare l’effetto propagandistico della competizione.

Segretamente non c’è più fretta di battere i rivali russi, ma pubblicamente c’è da mantenere una promessa fatta al mondo da un presidente assassinato, e così per l’opinione pubblica, ignara dei disastri dell’N1, la gara resta ancora assolutamente aperta.

La sorprendente realtà dei numerosi tentativi russi di arrivare alla Luna verrà rivelata pubblicamente e in dettaglio soltanto con il crollo del regime sovietico negli anni Novanta.

I censori sovietici daranno per la prima volta il permesso di parlare pubblicamente del progetto N1 nell’estate del 1989 in una serie di articoli sui quotidiani e periodici.*

S zemli na lunu i obratno [Dalla Terra alla Luna e ritorno] di Lev Kamanin, in Poisk n. 12, luglio 1989; Kak my ne sletali na lunu [Come non siamo andati sulla Luna] di S. Leskov, in Izvestiya, 18 agosto 1989; Polety vo sne i nayvu [Voli nel sogno e nella realtà] di A. Tarasov, in Pravda, 20 ottobre 1989.


Oggi l’impresa lunare sovietica è estesamente raccontata da numerosi documentari e da libri riccamente illustrati come i seguenti: